Marchiafava e Celli: due medici uniti contro la malaria
Ettore Marchiafava (1847–1935)
Ettore Marchiafava è stato un importante medico e ricercatore italiano, nato a Roma nel 1847. Dopo essersi laureato in medicina, divenne professore all’Università “La Sapienza” e medico personale di papi e membri della famiglia reale.
Negli anni 1880, Marchiafava iniziò a studiare da vicino la malaria, una malattia che colpiva duramente l’Italia, soprattutto nelle campagne. Insieme ad altri scienziati, osservò per la prima volta al microscopio il parassita responsabile della malaria, che vive nel sangue delle persone malate. Fu tra i primi a chiamarlo Plasmodium, il nome ancora usato oggi.
Marchiafava si occupò anche di altre malattie, come la meningite e i danni cerebrali causati dall’alcolismo. Una malattia neurologica rara porta ancora il suo nome: la malattia di Marchiafava-Bignami.
Angelo Celli (1857–1914)
Angelo Celli nacque nelle Marche nel 1857. Anche lui fu medico, ricercatore e professore. Studiò insieme a Marchiafava e contribuì a identificare il Plasmodium come causa della malaria. Ma il suo impegno andò oltre il laboratorio.
Celli capì che per combattere davvero la malaria bisognava aiutare le persone più povere, che vivevano in condizioni difficili. Insieme a sua moglie Anna Fraentzel, fondò scuole rurali e dispensari nelle campagne romane, portando istruzione, cure e informazione sanitaria.
Fu anche senatore del Regno d’Italia e si batté per distribuire il chinino, il farmaco contro la malaria, in modo gratuito alle famiglie contadine.
Un’eredità comune
Marchiafava e Celli hanno unito la ricerca scientifica all’impegno sociale. Grazie a loro, l’Italia ha fatto grandi passi avanti nella lotta contro la malaria e nella promozione della salute pubblica. Sono ricordati non solo come scienziati brillanti, ma anche come persone che hanno lavorato per il bene comune.