Camillo Golgi: il medico che ha illuminato il cervello
Camillo Golgi è stato un grande scienziato italiano, nato nel 1843 in un piccolo paese della Lombardia, oggi chiamato Corteno Golgi in suo onore. Fin da giovane fu affascinato dal funzionamento del corpo umano, così studiò medicina all’Università di Pavia, dove si laureò nel 1865.
Uno dei momenti più importanti della sua carriera arrivò nel 1873, quando inventò un nuovo metodo per studiare il cervello. Questo metodo, chiamato “reazione nera”, permetteva di vedere i neuroni – le cellule del cervello – in modo molto più chiaro di prima. Grazie a questa scoperta, per la prima volta gli scienziati potevano osservare la struttura del sistema nervoso.
Ma Golgi non si fermò lì. Nel 1898 scoprì un’altra parte fondamentale delle cellule: un organello che oggi porta il suo nome, l’apparato di Golgi. Questo è come una piccola “fabbrica” all’interno delle cellule, che prepara e distribuisce le sostanze di cui il corpo ha bisogno.
Golgi si occupò anche di malattie, come la malaria, e studiò i cicli della febbre in relazione ai parassiti nel sangue, fornendo nuove informazioni utili per curare la malattia.
Nel 1906 ricevette il Premio Nobel per la Medicina, che condivise con lo scienziato spagnolo Santiago Ramón y Cajal. Anche se i due avevano idee diverse su come fosse organizzato il cervello, entrambi diedero un enorme contributo alla scienza.
Camillo Golgi morì nel 1926, ma le sue scoperte sono ancora oggi fondamentali per la medicina e la biologia. Il suo nome vive nei libri di scuola, nei laboratori scientifici, e persino sulla Luna, dove un cratere porta il suo nome.